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Banana Yoshimoto: un'autrice di fama internazionale

Banana Yoshimoto, giovane scrittrice giapponese, a "soli" 54 anni ha già pubblicato oltre 40 romanzi. Da molti stimata come scrittrice per ragazzi, trovo invece significativa la sua produzione letteraria. Kitchen , il primo romanzo dell'autrice L'ultima lettura alla quale mi sono dedicato è proprio il romanzo del quale ho pubblicato la foto della copertina: Kitchen . Può sembrare una lettura banale - se ci fermassimo semplicemente ad analizzare lo stile della Yoshimoto, diremmo che si tratta di una lettura per adolescenti - tuttavia presenta argomenti trattati in modo magistrale. E' profonda l'analisi psicologica dei personaggi, analisi che sfocia nella trattazione di argomenti profondamente caratterizzanti l'individuo nel suo quotidiano. In primis, l'argomento maggiormente affrontato dall'autrice è la solitudine. Il romanzo racconta dettagliatamente la vicenda di una ragazza - Mikage - che dopo aver perso la nonna rimane sola.    ...
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L'esistenza di Dio è dimostrabile con la ragione?

Nell'articolo precedente ho illustrato per sommi capi come ragione e progresso fossero concetti cardine secondo il pensiero dei filosofi illuministi. Oggi vi voglio parlare di come il progresso del pensiero dell'uomo lo porti a coltivare un maggiore interesse nei confronti della religione. È necessario fare una premessa. Fino al Seicento il termine deismo (contrapposto all'ateismo) indica la "semplice" azione di credere in Dio, entità che secondo la tradizione religiosa è la causa di tutto il creato. Nel Settecento questa questione assume una concezione differente, in quanto secondo i pensatori dell'epoca lessero in quel termine la finalità di diffondere la loro visione anticlericale nonché antidottrinaria della religione stessa. Notiamo come i deisti affrontano l'argomento della Rivelazione biblica  Essi si prefiggono l'obiettivo di dare una spiegazione razionale (ricordo quanto la ragione e il suo utilizzo fossero fondamentali per gli illumi...

L'Illuminismo: Ragione e Progresso

Eccomi, dopo qualche settimana di assenza, a scrivere di nuovo sul mio blog. Con gli articoli delle prossime settimane vorrei condividere con voi alcune mie rielaborazioni di concetti filosofici caratterizzanti l'Età dei Lumi - in particolare, questo mese, l'Illuminismo Inglese -  periodo storico che sin dallo studio della Storia della Filosofia al liceo ha catturato la mia attenzione. La prima riflessione ha come argomento una piccola disquisizione circa i due concetti chiave del Settecento: ragione e progresso. L'uno - la ragione - è la causa del progresso. Si tratta di concetti difficili, dei quali cercherò di fornirvi una semplice spiegazione. La prima domanda è: che cos'è la ragione? Difficile a dirsi. Citando Immanuel Kant, filosofo esponente dell'Illuminismo tedesco, la ragione è potersi imporre autonomamente delle regole . Dopo quest'affermazione, potrei concludere qui la mia spiegazione: è concisa, certo, ma al contempo nettamente esaustiva. I ...

Un gesto disperato: genitori che abbandonano i propri figli

Questa volta la mia riflessione parte da uno scritto di Milan Kundera: La festa dell'insignificanza . Mi sono soffermato sulla Parte Quarta , intitolata dall'autore Tutti sono alla ricerca del buonumore . Qui, nella parte iniziale del capitolo, viene narrata la straziante vicenda di Charles, il cui padre subisce l'abbandono da parte della madre, la quale contemporaneamente abbandona anche il figlio neonato, senza fornire spiegazione alcuna. Terribile è la rivelazione del padre al figlio: la donna non voleva che lui nascesse. Non è raro imbattersi anche solo per sentito dire in situazioni del genere: l'abbandono dei figli è - purtroppo - all'ordine del giorno. Esistono svariati motivi per i quali un genitore abbandona un proprio figlio: l'assenza del desiderio di un nascituro, l'impossibilità economica di mantenerlo, la sua omosessualità, le sue cattive abitudini (ad esempio la droga, l'alcool)... Insomma, chi più ne ha, più ne metta. Il punto è ...

I Due Galanti: le due facce della stessa medaglia

Continua la mia riflessione su quanto possa accadere nella vita di ciascuno di noi, e anche oggi prendo spunto da Gente di Dublino  di James Joyce. Questa volta, vorrei soffermarmi su un racconto in particolare, I due Galanti , che ha catturato la mia attenzione in questi giorni. Sinteticamente, nel racconto vengono descritti due personaggi: Corley, apparente gentiluomo, e Lenehan, il razionale. Il primo personaggio viene presentato come uomo grottesco, un fanfarone, un uomo superficiale che pensa di aver sempre ragione nonché di avere la meglio in ogni circostanza, dal momento che si reputa il più saggio e il più intelligente di tutti - quando in realtà non è così. La comicità del personaggio sta nel suo modo di relazionarsi con le altre persone: è spontaneo, troppo spontaneo, superficiale e molto tranquillo nel suo esistere, come se fosse per lui naturale vincere in ogni circostanza data la sua innaturale sicurezza. Lenehan, al contrario, ci viene descritto come "uomo ...

Gente di Dublino, gente di tutti i giorni

Il mio incontro con l'autore In quinta superiore - ho frequentato un Liceo Scientifico ad indirizzo bilingue - ho avuto modo di affrontare la Letteratura Inglese del Novecento. Il mio interesse personale mi ha portato a focalizzare la mia attenzione su un autore in particolare: James Joyce. Sono stato presto catturato dal suo carattere anticonformista e critico nei confronti della società - in questo caso, quella irlandese, anche se mi preme precisare che non ho nulla contro gli abitanti dell'Irlanda... - e di alcune prese di posizione della chiesa cattolica, carattere che viene palesato dalle famose epifanie . Per epifania , in Joyce, si intende il momento in cui un'emozione  sepolta da anni nella memoria di un personaggio riaffiora nella superficie della sua mente,  concedendogli di provare le stesse emozioni provate nel momento della sua vita in cui esse si manifestarono per la prima volta. Non solo: rimango tutt'ora af...